Banderilla: asticciola di legno avvolta in carta colorata e terminante in un arpione
che il torero conficca nel collo del toro per eccitarlo e sfinirlo.
Tauromachia: arte di combattere con i tori. Nell’antica Grecia combattimento
nell’arena di tori fra di loro , o fra uomini e tori (etimologia: dal greco tauromachia, composto da tauros: “toro” più un derivato di màche: “ battaglia”).
Da una parte il torero, o il torero-destino, a volte spietato, cruento, assillante, che
compie il rituale della tauromachia, dall’altra il toro, o il toro-umanoche si muove disordinatamente, che carica per niente con l’ illusione di poter contrastare ciò che è stato stabilito. Toro ed essere umano
hanno in comune lo stesso ineluttabile destino.
Le banderillas si conficcano nelle carni e nell’anima, lacerano tutto,
sollevano la misera coltre di fragilità che è insita nelgiocattolo toro o uomo:un velo di polvere sollevato da uno schiaffo di vento.
Avviene ogni giorno! Non è che la giostra inarrestabile e bastarda dell’umana
debolezza e della temporaneità della vita!
Toreare adesso! Non ci si può rifiutare, non ci si può
sottrarre.
Le banderillas preludono alla morte.
Attaccare, assorbire, spostarsi di fianco. Dare spettacolo … toreare, ancora,
fino all’ultimo respiro, anche se l’esito si sa già … toreare.
11 dicembre 2013