Gli artisti i muri non li vedono

Per caso ho visto su youtube un vecchio video del cantautore Pierangelo Bertoli, che si esibiva insieme al gruppo vocale sardo dei Tazenda. Pierangelo Bertoli visse la sua vita, e la vide scorrere, come se fosse a bordo di un'auto senza parabrezza, che circolava a passo d'uomo e spesso era ferma: le sue giornate trascorsero in una carrozzella, cui fu vincolato dalla poliomielite che lo colpì in maniera devastante durante l'infanzia. In carrozzella osservava, rifletteva e suscitava spesso sensazioni di pena. Poi, quando iniziò a farsi conoscere come cantautore, la sua condizione, come se fosse avvenuta una metamorfosi percettiva nella gente, suscitò apprezzamento e perfino ammirazione: da handicappato divenne un eroe, un uomo che seppe andare contro il suo destino.

I Tazenda erano paragonabili a una barca di cui Andrea Parodi, Capitano di lungo corso ed eccellente pescatore subacqueo, con la sua voce acuta e trascinante costituiva, oltre che il leader vocale, l'impeto di una corrente marina: faceva viaggiare la gente che lo ascoltava a cavallo delle sue note vocali, fluide come lunghe onde marine.

I Tazenda proposero al pubblico il filone della canzone etnica e folk. Eseguivano canzoni popolari in sardo con inserti in italiano, secondo un amalgama molto bello e azzeccato. Le sonorità del sardo regalavano note arcaiche, e avevano un'intensa capacità evocativa, a volte mistica.

Sia Bertoli sia il cantante dei Tazenda, per una strana coincidenza, morirono prematuramente di malattia.

Questo video e la condizione di Pierangelo Bertoli mi hanno indotto alcune riflessioni su disagio, emarginazione e arte.

Disagio e ipersensibilità, si sa, spesso vanno a braccetto. La formula che crea un artista la conoscono tutti, è retta dal segreto di Pulcinella: composto chimico instabile costituito da parti quasi uguali di talento innato e ipersensibilità, che possono venire a galla improvvisamente, quando si verificano determinati movimenti storici o, semplicemente, per l'arrivo della provvidenza.

La cosa curiosa è che in arte le deviazioni, o alterazioni dalla normalità, a volte, fungono da lenti d'ingrandimento in grado di focalizzare molte cose, e fanno vedere ciò che la gente comune spesso non è in grado neanche di intuire: handicappati, matti, emarginati, asociali, gay... intuiscono principi, vedono colori, avvertono musiche, percepiscono un ventaglio di sensazioni e creano spesso mode, tendenze e nuovi modi di vivere.

Il mondo artistico, legato alla sperimentazione visiva, plastica, musicale, dialettica, in altre parole creativa, caratterizzato dallo stato di euforia cronico tipico dei pionieri, perchè tali sono gli artisti, non ha paura dei tabù, del nuovo e del diverso.

E' un mondo aereo senza muri.

I movimenti artistici sono come correnti d'aria che non si possono confinare, bloccare, incanalare, perciò sono sempre stati la dannazione delle dittature. Sono svincolati dalla politica e dalle istituzioni e non s'impressionano per nessun tipo di diversità. Nessuna barriera è possibile e, se fossero alzati dei muri, gli artisti sarebbero sempre al di là di essi.                                                                                                                                         13 dicembre 2014