Venexianslang post moderno

La Repubblica di Venezia durò 1000 anni, spegnendosi nella prima parte dell'ottocento, come un mozzicone di sigaretta gettato sul selciato, in silenzio e inesorabilmente. Napoleone e gli austriaci prima, l'Italia poi, fagocitarono la Repubblica di Venezia con i loro eserciti di forbicine affamate, prendendo molto e dando in cambio quasi nulla.

I confini geografici della Repubblica di Venezia si spinsero, nel corso della sua espansione, da gran parte dell' Italia nord-orientale, Istria, Dalmazia, fino a numerose isole del Mare Adriatico comprendendo, tra il XII e il XVI secolo, il Pelopponeso (Morea), Creta (Candia) e Cipro, gran parte delle isole greche, oltre a diverse città e porti del Mediterraneo orientale.

Oggi i veneziani, intendendo quelli che risiedono nel centro storico, sono quasi scomparsi, numericamente e intellettualmente. Spesso, se non si sono spostati dalla città lagunare alla vicina terraferma, a volte sono diventati cittadini del mondo: erratici come molecole d'aria al vento, e accompagnati dal desiderio di affermazione e miglioramento, altre volte ancora sono emigrati stabilmente, specialmente in Brasile, Argentina, Francia, Germania e, in minor numero, in decine di altri paesi. Dicono che, assieme alla lingua del paese che li ospita, parlino ancora oggi la lingua veneta degli antenati: "venexianslang", appunto!

I veneti, oggi, sono sparsi ovunque nel mondo, sembra abbiano avuto quasi una diaspora, come gli armeni o gli ebrei.

Diluiti, amalgamati, distribuiti con il resto del mondo e delle culture, seguendo il destino che spesso è di alcuni popoli e di alcune specie animali: estinzione o adattamento? E l'adattamento implica movimento ed evoluzione.

Così quel processo di agglutinazione della Repubblica di Venezia si è interrotto meno di duecento anni fa, l'ago della bussola è ruotato improvvisamente di 180°, e il verso da seguire è diventato quello opposto, cioè della disgregazione.

Pensare che oggi sia possibile fare marcia indietro, e ritornare all'assetto della Serenissima è ridicolo. Inoltre c'è un fatto da considerare in questo tempo: il livello della politica è crollato, c'è stata una caduta verticale, e ancora di più localmente.

Brrr!

 

Guardo con ammirazione i veneti emigrati, tanti, tantissimi, che hanno avuto il coraggio di creare altrove ciò che non è stato possibile fare a casa. Quelli che hanno mantenuto nel DNA quella componente temeraria che spinse Marco Polo, il più grande viaggiatore di ogni tempo, poco dopo la metà del 1200, verso uno dei viaggi più straordinari nella storia dell'uomo, e cioè da Venezia alla Cina via terra.

Polo intraprese un viaggio folle, che lo portò a contatto con decine di etnie, di cui si guadagnò sempre il rispetto, dimostrando una capacità di adattamento simile a quella che oggi hanno gli astronauti dei laboratori spaziali in orbita intorno alla terra, pionieri coraggiosi, come lo era stato lui.

I veneti nel mondo, oggi, svolgono mille attività: sono rinomati viticultori in molti paesi dell'America latina e, ovunque, hanno catene di ristoranti, curano import-export, sono scienziati, imprenditori, tecnologi, creativi e tantissime altre cose. Avanzano come se stessero percorrendo binari sempre di più dentro il futuro, trascinandosi dietro i vagoni dell'umanità che, spesso, ne beneficia a piene mani senza sapere da chi arrivano le idee innovative.

Oggi l'ignoto ha molte anime, e non si percorre più solo geograficamente, ma direi ogni volta che s'intraprendono e si percorrono "nuove piste" nei più svariati settori. Quando si ha una capacità visionaria che nessuno sembra avere intorno, e si ha il coraggio di andare avanti, anche da soli, le belle cose arrivano.

Siccome la lista dei veneti "realizzatori di qualcosa di utile" sarebbe davvero senza fine ne pesco uno emblematico, prendo un "Marco Polo" fra tutti.

Pochi sanno che uno dei principali artefici dell'invenzione del microprocessore, a fine anni sessanta, fu un vicentino: Federico Faggin. Poco noto alla maggior parte delle persone, ha dato un contributo tecnologico fortissimo, che ha consentito di portare l'informatica e le telecomunicazioni al livello di oggi.

Fu il capo progetto dell'Intel 4004, cioè del primo tipo di microprocessore monolitico, ossia realizzato in un unico circuito integrato, a 4 bit, e da cui poi scaturì l'Intel 8008 a 8 bit, ecc.

Ricordo che grazie all'invenzione del microprocessore vennero realizzati i personal computer e tutto quello che ne conseguì, come internet o gli smartphone, ecc..

Faggin si trasferì definitivamente negli Stati Uniti oltre trent'anni fa, sua è stata anche l'invenzione del touch pad, utilizzato nei notebook in alternativa al mouse, e anche di tante altre cose meno note.

Un uomo che non è stato meno importante di Bill Gates o Steve Jobs per il presente tecnologico ma che, diversamente da loro, è sempre rimasto defilato.

E, per evitare equivoci, fece mettere le sue iniziali: "FF" sul circuito stampato del 4004 (di cui allego la foto), consapevole che la storia delle invenzioni è sempre stata piena di contenziosi.

Wow.

                                                                                      22.04.2015